Napoli è dannatamente affascinante tanto quanto dannatamente difficile da raccontare.

Napoli ogni volta mi ricorda L’Havana, con i suoi maestosi palazzi coloniali, le cui facciate scrostate dal tempo, dal mare, dal sole celano storie di tempi lontani.

Mi ricorda L’Havana con i suoi altissimi vicoli riparati dal sole, nei quali il vento diffonde ad ogni ora del giorno il profumo di cibo in cottura e le melodie di un artista di strada che canta in qualche angolo della città.

Napoli mi ricorda l’ Havana con quel suo colore caldo e accogliente di cui si tinge ogni sera all’ora del tramonto, quando si risvegliano i gabbiani che volano e garriscono appena sopra i tetti.

Napoli mi ricorda l’ Havana ma non scorda mai di difendere con orgoglio un’anima che è solo sua.

Napoli è superstizione e magia, è la lettura dei tarocchi della vecchia signora del quartiere, è il corno rosso arricciato dato in dono per attirare la fortuna, è un antiquato negozio che colleziona ombrelli e nient’altro dal 1860.

Napoli è l’immensità umana della sua gente, perché c’è da essere sinceri, dire che il napoletano è furbo e maleducato non fa più ridere nessuno, ma, soprattutto, è tempo di ricordare che porsi positivamente verso l’altro, in qualsiasi parte del mondo, torna indietro come un boomerang di energia positiva sempre, o nella stragrande maggioranza dei casi.

È la legge universale non scritta del Mondo.

Napoli è un sorriso dato e sempre ritornato. Napoli, ce l’ha detto Pino, è proprio mille colori. Ma anche mille culture, e la voce delle creature.

Ecco, se penso a come raccontare Napoli, penso ad una voce forte. Una voce che grida.

Che grida alla vita, perché a Napoli l’attaccamento alla vita è uno schiaffo in volto per ogni volta che dimentichiamo quanto sia importante celebrarla, questa vita.

Che è una.

E Napoli, per me, è l’inno assoluto alla vita.

È energia buona.

È energia che brucia.

È anema e core.

Napoli Maradona
Napoli Maradona Santini
Napoli Padre Pio