Beauty Telling Prova1

Quando mi innamoro di qualcosa, o di qualcuno, non si tratta mai di un amore “a prima vista”.
O meglio, non accade quasi mai.
Accade molto spesso, invece, che sia un amore “a primo olfatto”, perché l’imprinting che ha un odore sulla mia percezione di bellezza è qualcosa che precede la vista, sempre.
Qualcosa che va oltre la mia consapevolezza razionale. Il profumo di un luogo, che sia di un glicine arrampicato su un traliccio o di un cibo che cuoce nella cucina di qualche ristornate etnico che ha lasciato una finestra aperta, disegna sempre una grande traccia emotiva nella mia mente. Il profumo dell’incenso nell’ingresso di una chiesa, di qualsiasi religione essa sia. Il profumo del sale e dei pini che entra dai finestrini abbassati poco prima di arrivare al mare. Il profumo delle lenzuola di lino lavate e stese al sole. Il profumo della crema dopo sole ritrovata nell’armadietto del bagno in un grigio pomeriggio di novembre, che ti porta subito lontano in una fusione di nostalgia e malinconia. Il profumo del fuoco acceso nel caminetto di un soggiorno.. ma anche il suo rumore.

Perché anche l’amore “a primo ascolto” è un’altra bella storia. E lo scoppiettio del fuoco acceso in una casa mi fa sempre pensare a qualcosa di tremendamente bello. O il suono che si sente appena di un pianoforte che qualcuno sta suonando in qualche appartamento che affaccia sulla piazza. Il cinguettino dei merli al sorgere del sole nelle prima albe di primavera. Il tintinnio dei calici di cristallo che brindano all’inizio di una lunga cena tra amici. Il tono melodico della voce di un insegnante di meditazione. Il rumore del coccio delle tajine che sbattono tra loro nelle vie dei souk di Marrakech. Il rintocco delle campane in una mattina di festa. Il gorgoglio della moka la mattina, quando il caffè è pronto.
E poi c’è tutta quella intraducibile bellezza che si percepisce attraverso la pelle, che si riesce a toccare con le mani. La morbidezza di un vecchio foulard di seta indiana ritrovato in un cassetto a casa della nonna. Il calore accogliente del sole sul viso nelle prime giornate d’estate. La freschezza dell’erba di un prato che sfiora i piedi scalzi. La sensazione di libertà ballando sotto ad un temporale, mentre la pioggia fredda bagna la pelle e tu non stai pensando a nient’altro se non a goderti quell’attimo prezioso.

E poi, ancora, c’è la meraviglia che si percepisce attraverso il gusto. Poche cose al mondo mi permettono di viaggiare con mente, anima e cuore come mi accade assaggiando un cibo che racconta di un paese lontano. Di un paese che ho già avuto la fortuna di visitare, o di un paese che ancora non conosco. E per me non esiste niente di più bello al mondo del poter viaggiare. E così accade ogni volta che mangio un cous cous di verdure e curry, ogni volta che bevo un tè caldo con le foglie di menta fresca in infusione, ogni volta che percepisco la dolcezza della cannella con il miele e la frutta secca. Ogni volta che dopo un lungo viaggio bevo il caffè di casa. Ogni volta che sento il sapore del coriandolo nel brodo di un pho bò, o che sento quell’armonia perfetta del peperoncino con il cumino in un Masala indiano..
Io credo che tutti noi, soprattutto in questi anni, abbiamo bisogno di riconnetterci con il mondo e di ricominciare ad accorgerci di quante cose belle ci sono intorno a noi. Di quanto sia superfluo e controproducente inventare una perfezione che non esiste e che, alla fine, non regge mai il gioco. E con beautytelling voglio raccontare di tutte quelle “piccole” cose in cui io trovo una grande bellezza.. perché, chi lo sa, magari diventa una cosa bella anche per voi.


