
Non so se esista una parola che descriva esattamente quell’emozione particolare che si crea nel preciso istante in cui ti rendi conto che qualcosa, o qualcuno, è completamente differente dall’idea che ti eri costruito nella mente prima di vederla, o di conoscerlo.
Chissà perché abbiamo questa disfunzionale necessità di riempire la nostra testa con immensi castelli immaginari che poi inevitabilmente ci condizionano.
Chissà perché è sempre così difficile lasciarsi sorprendere da quello che verrà senza fare congetture o previsioni.
Chissà perché abbiamo ancora l’illusione di poter tenere sempre ogni cosa sotto al nostro controllo, quando la vita oramai non sa più come dimostrarci che tanto vince sempre lei, e che tutta l’energia che incanaliamo nell’attività di sorveglianza del futuro la sottraiamo all’intensità dello stupore.
La Normandia per me è stata una sorpresa grande, grandissima.
La Normandia è tutto quello che non avevo programmato.
È il cielo più azzurro che abbia mai visto.
È una strada circondata da una campagna estremamente curata e profumata.
È una distesa a perdita d’occhio di colza gialla quando meno te lo aspetti.
È il senso di libertà a strapiombo sulle scogliere della costa d’alabastro.
È la foschia dell’alba su Mont Saint Michel.
La Normandia è un incanto che sono ancora qui ma conto il tempo per poterci tornare.
